TRINITAPOLI

sabato 24 dicembre 2011

Presto l’apertura del museo archeologico.
Di Feo: “Far conoscere il nostro patrimonio”


TRINITAPOLI - “Il tesoro sotto i piedi”: questo il titolo della conferenza stampa tenutasi il 23 dicembre scorso nell’auditorium dell’Assunta di Trinitapoli per regalare ai cittadini e agli alunni la notizia dell’imminente apertura del museo archeologico, in cui verranno esposti gli straordinari reperti rinvenuti durante ben venticinque anni di scavi.

Presenti: il sindaco della città, Francesco di Feo; la dottoressa Anna Maria Tunzi, ispettrice della Soprintendenza Archeologica, che ha curato gli scavi sin dai primi passi; Lucrezia Filannino, assessore alla cultura; l’architetto Donato Capacchione, direttore dei lavori del museo e progettista del centro accoglienza del parco archeologico di Trinitapoli; Donato Davanzo, presidente dell’Archeoclub ai tempi della scoperta e promotore della ricerca.

“Questo giovane sindaco ha infuso in tutti noi nuova linfa, sprint e motivazione per arrivare all’obiettivo che ci poniamo da 25 anni: mostrare a tutti un patrimonio unico, che giace in parte ancora sconosciuto sotto i nostri piedi - spiega la dott.ssa Tunzi, la prima a presentare al pubblico, attraverso delle immagini, in cosa consistono le importanti scoperte fatte -.

“Un popolo di geologi, geografi e topografi”: è così che l’ispettrice definisce le genti che costruirono gli ipogei, i quali, nell’età del bronzo (3500 a.C.), scelsero con cura e grande sapienza il luogo dove edificarli per praticare riti legati alla fertilità e alla Dea Madre. Gli ipogei sorsero infatti come dei luoghi di culto, dei veri e propri templi costruiti dove l’acqua - e forse anche il sale - era l’elemento preponderante. Furono frequentati da tutte le comunità del territorio e, in seguito, vennero riutilizzati come tombe collettive delle élites locali per un arco di tempo che va dal Bronzo Medio 2 al Bronzo Medio 3 (1600-1350 a.C. circa).

Il ‘santuario’, così, assunse funzione necropolare, segnando pertanto un unicum per l’età del Bronzo. È a quest’epoca che risalgono gli importanti corredi rinvenuti in ambra, avorio, bronzo, pasta vitrea: materiali che vengono da lontano, dal Baltico, dall’Egeo, dalla Cornovaglia, dall’altra sponda adriatica, testimoni di traffici a lunga distanza che questo popolo era evidentemente capace di intessere. I più famosi tra questi reperti sono i due idoli d’avorio ormai simbolo del sito, che non trovano eguali in nessun’altra area coeva del mondo.

“Io sono testardo - afferma di Feo, il terzo sindaco a seguire la questione museo archeologico - e voglio raggiungere l’obiettivo di portare alla conoscenza di tutti questo patrimonio dell’umanità, nella convinzione che lo sviluppo passi anche e soprattutto dalla cultura”.

Tanta determinazione, dunque, da parte dell’amministrazione comunale, che prima di congedarsi con la platea, chiede alla dott.ssa Tunzi e a Donato Capacchione di dare una data certa per l’apertura del museo. Gli interrogati rispondono che l’apertura sarà possibile quando sarà ultimata la copertura della sede e posizionate le teche, che conterranno i reperti di quello che sarà un museo anche sensoriale e virtuale. L’inaugurazione avverrà entro fine gennaio o febbraio al massimo.

Davvero un bel regalo di Natale per Trinitapoli, da scartare fra qualche mese.

FONTE: CORRIERE DELL'OFANTO



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