TRINITAPOLI - L’Atisale S.p.A. dovrà pagare l’Ici al Comune di Trinitapoli. Per il momento l’imposta da pagare è quella che si riferisce alle annualità 2006 e 2009, una cifra intorno ai 300.000 euro, spese comprese: è quanto sancito dalla Commissione Tributaria di Foggia.
Da accertamenti catastali, le aree nelle quali risiedono i bacini Atisale nel territorio di Trinitapoli non sono ritenute riserve naturali, come sostenuto dalla società che vi opera, ma aree di proprietà del Comune di riferimento.
Stando al primo verdetto della commissione, analoga cosa dovrebbe esser fatta per gli anni 2007, 2008, 2010 e 2011. Altre annualità e Ici non pagate dall’Atisale al Comune. Insomma, una cifra che per i cinque anni si aggirerebbe intorno al milione di euro e sulla quale il sindaco, Francesco di Feo, una volta insediato nel 2011, si era subito mobilitato per il recupero.
“Ci sono state due sentenze favorevoli, che hanno definitivamente accertato che l’Atisale è tenuta al pagamento dell’Ici - ha commentato di Feo -. Questa è una grande vittoria, sia dal punto di vista giudiziario, sia politica, perché quest’amministrazione ci ha creduto sin dal suo insediamento, ha inserito in bilancio queste entrate e devo dire che ha avuto ragione. Questo sta a significare che ci saranno entrate ormai definitive, che non era questa un’imposta inventata, che non si erano fatte queste entrate senza nessuna cognizione e riflessione, ma tutt’altro: siamo riusciti a fare un'operazione virtuosa. Diversamente, avremmo rischiato anche di avere la prescrizione di questa imposta, invece sin dal 2006, abbiamo recuperato quasi 160.000 euro l’anno e credo sia qualcosa di straordinario per il Comune, che è andata definitivamente ad accertare come abbia agito bene anche l’assessore dell’epoca, Pasquale De Lillo, il quale ebbe questa felicissima intuizione”.
Da accertamenti catastali, le aree nelle quali risiedono i bacini Atisale nel territorio di Trinitapoli non sono ritenute riserve naturali, come sostenuto dalla società che vi opera, ma aree di proprietà del Comune di riferimento.
Stando al primo verdetto della commissione, analoga cosa dovrebbe esser fatta per gli anni 2007, 2008, 2010 e 2011. Altre annualità e Ici non pagate dall’Atisale al Comune. Insomma, una cifra che per i cinque anni si aggirerebbe intorno al milione di euro e sulla quale il sindaco, Francesco di Feo, una volta insediato nel 2011, si era subito mobilitato per il recupero.
“Ci sono state due sentenze favorevoli, che hanno definitivamente accertato che l’Atisale è tenuta al pagamento dell’Ici - ha commentato di Feo -. Questa è una grande vittoria, sia dal punto di vista giudiziario, sia politica, perché quest’amministrazione ci ha creduto sin dal suo insediamento, ha inserito in bilancio queste entrate e devo dire che ha avuto ragione. Questo sta a significare che ci saranno entrate ormai definitive, che non era questa un’imposta inventata, che non si erano fatte queste entrate senza nessuna cognizione e riflessione, ma tutt’altro: siamo riusciti a fare un'operazione virtuosa. Diversamente, avremmo rischiato anche di avere la prescrizione di questa imposta, invece sin dal 2006, abbiamo recuperato quasi 160.000 euro l’anno e credo sia qualcosa di straordinario per il Comune, che è andata definitivamente ad accertare come abbia agito bene anche l’assessore dell’epoca, Pasquale De Lillo, il quale ebbe questa felicissima intuizione”.
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