TRINITAPOLI - Il 23 gennaio scorso la Corte dei Conti ha approvato il piano di rientro con cui il Comune di Trinitapoli ha evitato il dissesto finanziario.
«È arrivata finalmente una risposta attesa da tutta la città, che aveva lasciato l’amministrazione e i cittadini con il fiato sospeso - ha commentato il sindaco Francesco di Feo -. C’era tanta paura di vedere una città in ginocchio per almeno dieci anni, di lasciare un ente comunale dissestato, di trovare tanti creditori, imprese e terzo settore in grosse difficoltà. È stato perciò un risultato straordinario, che ci ha fatto fare veramente il salto di qualità, al di là delle chiacchiere negli anni, e ha certificato un fatto fondamentale: la capacità, la competenza, la serietà e l’onestà di questa amministrazione».
Ma la notizia del mancato dissesto è stata anche l’occasione per inquadrare i quasi trenta mesi di amministrazione di Feo, al fianco della sua squadra di governo.
«Quando sono stato eletto - ha dichiarato il sindaco - ho trovato una città in dissesto non solo con i conti. Era già una città abbandonata a se stessa, dove si era persa la capacità di interagire tra pubblica amministrazione e cittadini. Si pagava la lunga lotta avvenuta all’interno delle due sinistre, che per trent’anni aveva devastato il paese. Quando siamo arrivati, non a caso abbiamo chiamato la nostra lista Rinascita Trinitapolese, perché sapevamo che dovevamo attraversare momenti di difficoltà per ripristinare non soltanto un bilancio comunale, ma anche l’impostazione generale che un ente comunale deve avere nell’ambito di una città. Mettere a posto i conti significa riportare legalità, significa non doversi più portare in bilancio residui vetusti che servivano soltanto a qualcuno per chiudere i bilanci e fare le cosiddette “spese pazze”; significa non inventarsi più le estati folli, dove si spendevano 200.000 euro in una notte; significa incominciare a operare per la città con interventi finalizzati: terminare opere pubbliche iniziate e non finite, per le quali non erano addirittura accesi mutui quando si potevano accendere e che, addirittura, non erano state allocate le somme nel bilancio di competenza. Abbiamo dovuto pagare debiti fuori bilancio che andavano pagati con bilanci precedenti. Su tutto, basti pensare ai 500 mila euro di spese legali non pagate nei bilanci di competenza, che sono ricaduti puntualmente su questa amministrazione. Cause nate nel 1988, che hanno portato quest’ente a sborsare somme pari a un milione e mezzo di euro. Sono stati interventi durissimi, che andavano fatti, così come era necessario tagliare i servizi inutili, così come bisognava rivedere la spesa complessiva. Questa amministrazione è a zero come spese di rappresentanza, ha ridotto persino le proprie indennità».
«Abbiamo trovato 2 milioni di euro di mutui all’anno - continua di Feo -. Ci sono da pagare oltre 2 milioni di euro di stipendi, 1.400.000 euro di tassa per lo smaltimento dei rifiuti, attività queste che chiaramente comportano massima attenzione da parte dell’amministratore. E mi chiedo perché ieri non si è avuto l’atteggiamento del buon padre di famiglia? Perché non si è capito che non si poteva continuare a indebitare l’ente comunale in modo spropositato, senza pensare a interventi fattivi che portassero nuove somme nelle casse comunali? Si è pensato ad amministrare il quotidiano e a creare un cumulo di debiti che noi stiamo risolvendo».
Soddisfatto del lavoro svolto quest’anno dalla sua amministrazione, che “per la prima volta dal 2007 è riuscita a evitare l’anticipazione di cassa, ripristinando al 31 dicembre l’intera fondi vincolati”, il sindaco ha criticato duramente l’atteggiamento della minoranza: «Non si tratta di dover giudicare il comportamento di un’opposizione, perché essa svolge il suo ruolo. Bisogna vedere quale ruolo deve avere un’opposizione nell’ambito di un consiglio comunale. E non si può da due anni e mezzo continuare ininterrottamente una campagna elettorale che non troverà mai fine. Non si può agire soltanto precostituendo tranelli o trappole che possano indurre questa maggioranza a venire meno. Non hanno tifato per il dissesto, hanno agito affinché noi potessimo andare in dissesto, per distruggere uomini, famiglie, eliminare soggetti che rappresentano un’alternativa seria e valida nella nostra città: si è cercato di fare un’operazione sporca, in modo che la magistratura contabile potesse eliminare questa amministrazione comunale. Ma non ci sono riusciti, perché abbiamo tenuto duro e sapevamo della nostra professionalità e competenza. Tentare queste operazioni significa non amare la città e guardare ai propri interessi».
Superata l’eventualità del dissesto, di Feo si è detto pronto a continuare a lavorare sui progetti già iniziati e ben consolidati, come l’acquisizione di immobili da tempo irregolari, lo spostamento dell’area mercatale, la ristrutturazione delle piazze e del manto stradale, l’avviamento della gestione museale. Attenzione allo sviluppo economico grazie a nuovi finanziamenti intercettati e alla realizzazione di aziende agroalimentari, ma anche interventi importanti sulle scuole e sul nuovo piano sociale di zona, per il quale è stato recuperato il quartiere Unrra Casas. «Ci voleva la capacità di dare sicurezza ai cittadini - ha affermato di Feo -, di mantenere un equilibrio all’interno dell’amministrazione e di non cedere alle notevoli pressioni di chi voleva, a tutti i costi, mettere in ginocchio questa città e allo stesso tempo, far sì che la dignità, l’onorabilità e l’orgoglio dei casalini rimanessero intatti».
Il sindaco non nasconde una punta di amarezza quando riflette “su alcuni comportamenti endogeni all’amministrazione”, che hanno provato a destabilizzarne l’andamento, frutto di scontri politici di lunga data, dai quali, secondo di Feo, i quarantenni di oggi devono allontanarsi per guardare al futuro del paese.
Intanto il primo cittadino si impegnerà a proseguire gli incontri con i cittadini: «Quest’anno abbiamo un motivo in più per quanto accaduto con l’inasprimento della Tares, con un bilancio che chiedeva sacrifici e un piano di rientro che ci chiedeva massima attenzione. Ho chiesto e ottenuto, ringraziando i parroci, di poter fare un giro per le quattro parrocchie. Ho già iniziato dalla parrocchia di don Gabriele, proseguirò da don Stefano e poi da don Peppino. Chiuderò da padre Michele, dove incontrerò tutti i fedeli e spiegherò loro quanto è stato fatto in quasi tre anni di amministrazione e, soprattutto, non voglio più parlare al passato: sto già parlando al futuro – conclude il sindaco -, alle attività che stiamo mettendo in essere per rilanciare Trinitapoli, come il museo, l’asilo nido, le piazze e le attività che porteranno la città a sorridere».
«È arrivata finalmente una risposta attesa da tutta la città, che aveva lasciato l’amministrazione e i cittadini con il fiato sospeso - ha commentato il sindaco Francesco di Feo -. C’era tanta paura di vedere una città in ginocchio per almeno dieci anni, di lasciare un ente comunale dissestato, di trovare tanti creditori, imprese e terzo settore in grosse difficoltà. È stato perciò un risultato straordinario, che ci ha fatto fare veramente il salto di qualità, al di là delle chiacchiere negli anni, e ha certificato un fatto fondamentale: la capacità, la competenza, la serietà e l’onestà di questa amministrazione».
Ma la notizia del mancato dissesto è stata anche l’occasione per inquadrare i quasi trenta mesi di amministrazione di Feo, al fianco della sua squadra di governo.
«Quando sono stato eletto - ha dichiarato il sindaco - ho trovato una città in dissesto non solo con i conti. Era già una città abbandonata a se stessa, dove si era persa la capacità di interagire tra pubblica amministrazione e cittadini. Si pagava la lunga lotta avvenuta all’interno delle due sinistre, che per trent’anni aveva devastato il paese. Quando siamo arrivati, non a caso abbiamo chiamato la nostra lista Rinascita Trinitapolese, perché sapevamo che dovevamo attraversare momenti di difficoltà per ripristinare non soltanto un bilancio comunale, ma anche l’impostazione generale che un ente comunale deve avere nell’ambito di una città. Mettere a posto i conti significa riportare legalità, significa non doversi più portare in bilancio residui vetusti che servivano soltanto a qualcuno per chiudere i bilanci e fare le cosiddette “spese pazze”; significa non inventarsi più le estati folli, dove si spendevano 200.000 euro in una notte; significa incominciare a operare per la città con interventi finalizzati: terminare opere pubbliche iniziate e non finite, per le quali non erano addirittura accesi mutui quando si potevano accendere e che, addirittura, non erano state allocate le somme nel bilancio di competenza. Abbiamo dovuto pagare debiti fuori bilancio che andavano pagati con bilanci precedenti. Su tutto, basti pensare ai 500 mila euro di spese legali non pagate nei bilanci di competenza, che sono ricaduti puntualmente su questa amministrazione. Cause nate nel 1988, che hanno portato quest’ente a sborsare somme pari a un milione e mezzo di euro. Sono stati interventi durissimi, che andavano fatti, così come era necessario tagliare i servizi inutili, così come bisognava rivedere la spesa complessiva. Questa amministrazione è a zero come spese di rappresentanza, ha ridotto persino le proprie indennità».
«Abbiamo trovato 2 milioni di euro di mutui all’anno - continua di Feo -. Ci sono da pagare oltre 2 milioni di euro di stipendi, 1.400.000 euro di tassa per lo smaltimento dei rifiuti, attività queste che chiaramente comportano massima attenzione da parte dell’amministratore. E mi chiedo perché ieri non si è avuto l’atteggiamento del buon padre di famiglia? Perché non si è capito che non si poteva continuare a indebitare l’ente comunale in modo spropositato, senza pensare a interventi fattivi che portassero nuove somme nelle casse comunali? Si è pensato ad amministrare il quotidiano e a creare un cumulo di debiti che noi stiamo risolvendo».
Soddisfatto del lavoro svolto quest’anno dalla sua amministrazione, che “per la prima volta dal 2007 è riuscita a evitare l’anticipazione di cassa, ripristinando al 31 dicembre l’intera fondi vincolati”, il sindaco ha criticato duramente l’atteggiamento della minoranza: «Non si tratta di dover giudicare il comportamento di un’opposizione, perché essa svolge il suo ruolo. Bisogna vedere quale ruolo deve avere un’opposizione nell’ambito di un consiglio comunale. E non si può da due anni e mezzo continuare ininterrottamente una campagna elettorale che non troverà mai fine. Non si può agire soltanto precostituendo tranelli o trappole che possano indurre questa maggioranza a venire meno. Non hanno tifato per il dissesto, hanno agito affinché noi potessimo andare in dissesto, per distruggere uomini, famiglie, eliminare soggetti che rappresentano un’alternativa seria e valida nella nostra città: si è cercato di fare un’operazione sporca, in modo che la magistratura contabile potesse eliminare questa amministrazione comunale. Ma non ci sono riusciti, perché abbiamo tenuto duro e sapevamo della nostra professionalità e competenza. Tentare queste operazioni significa non amare la città e guardare ai propri interessi».
Superata l’eventualità del dissesto, di Feo si è detto pronto a continuare a lavorare sui progetti già iniziati e ben consolidati, come l’acquisizione di immobili da tempo irregolari, lo spostamento dell’area mercatale, la ristrutturazione delle piazze e del manto stradale, l’avviamento della gestione museale. Attenzione allo sviluppo economico grazie a nuovi finanziamenti intercettati e alla realizzazione di aziende agroalimentari, ma anche interventi importanti sulle scuole e sul nuovo piano sociale di zona, per il quale è stato recuperato il quartiere Unrra Casas. «Ci voleva la capacità di dare sicurezza ai cittadini - ha affermato di Feo -, di mantenere un equilibrio all’interno dell’amministrazione e di non cedere alle notevoli pressioni di chi voleva, a tutti i costi, mettere in ginocchio questa città e allo stesso tempo, far sì che la dignità, l’onorabilità e l’orgoglio dei casalini rimanessero intatti».
Il sindaco non nasconde una punta di amarezza quando riflette “su alcuni comportamenti endogeni all’amministrazione”, che hanno provato a destabilizzarne l’andamento, frutto di scontri politici di lunga data, dai quali, secondo di Feo, i quarantenni di oggi devono allontanarsi per guardare al futuro del paese.
Intanto il primo cittadino si impegnerà a proseguire gli incontri con i cittadini: «Quest’anno abbiamo un motivo in più per quanto accaduto con l’inasprimento della Tares, con un bilancio che chiedeva sacrifici e un piano di rientro che ci chiedeva massima attenzione. Ho chiesto e ottenuto, ringraziando i parroci, di poter fare un giro per le quattro parrocchie. Ho già iniziato dalla parrocchia di don Gabriele, proseguirò da don Stefano e poi da don Peppino. Chiuderò da padre Michele, dove incontrerò tutti i fedeli e spiegherò loro quanto è stato fatto in quasi tre anni di amministrazione e, soprattutto, non voglio più parlare al passato: sto già parlando al futuro – conclude il sindaco -, alle attività che stiamo mettendo in essere per rilanciare Trinitapoli, come il museo, l’asilo nido, le piazze e le attività che porteranno la città a sorridere».
